Il “Gigante” chiude i battenti: cucina lomellina più povera

sangiDa mezzo secolo arrivavano a San Giorgio Lomellina da Milano, Torino e Genova per assaggiare i risotti, le rane dorate e le lumache trifolate. Fra loro anche cantanti noti come Nilla Pizzi, Bobby Solo e Cristina D’Avena. Da San Silvestro questa opportunità verrà meno e la Lomellina perderà un pezzo pregiato della sua storia gastronomica. La trattoria “San Giorgio”, nota in zona come “il Gigante” dal soprannome del suo fondatore, chiuderà i battenti per «mancanza di ricambio generazionale». I proprietari, Sergio e Silvana Camola, spiegano la situazione. «Nostro figlio si è laureato e ha lasciato San Giorgio per lavoro – dicono – Così ci siamo fermati a riflettere e poi abbiamo deciso per la vendita: abbiamo ricevuto diversi potenziali acquirenti, ma alla fine non abbiamo ceduto l’attività a nessuno di loro. Il motivo è semplice: abbiamo ascoltato parole a noi incomprensibili come gestione d’azienda, marketing e quant’altro. Ci siamo demoralizzati perché il nostro desiderio era vendere a qualcuno che portasse avanti la cucina casalinga, tradizionale, che ci ha fatto conoscere in Lomellina e oltre. Non c’interessa cedere il locale a qualcuno che lo avrebbe snaturato». La storia del “Gigante” è a suo modo gloriosa. Nel dicembre 1965 Francesco Camola, detto “gigante” per via della statura, si trasferisce da Sant’risottoAngelo a San Giorgio con la moglie Rosanna e il figlio Sergio. Rileva l’osteria “della Mafalda”, allora gestita dalla famiglia Vettorello, e inizia a gestire il bar e la trattoria. Rosanna prepara piatti tipicamente lomellini, tramandati fino a oggi, a cominciare dai risotti: con i funghi porcini al profumo di tartufo, allo champagne, con le rane, al radicchio rosso e polpa d’oca, con la zucca, alla milanese, con rucola e taleggio. Al bar c’è Francesco, che accoglie gli avventori del paese e quelli, moltissimi, che sbarcano dalle grandi città per assaporare i gusti più autentici della terra delle risaie. In pochi anni il successo è assicurato e nel 1969 la trattoria viene ampliata: ai fondatori si affiancano il figlio Sergio e la moglie Silvana, che aiuta la suocera ai fornelli.

La cucina del “Gigante” è apprezzata anche dai nomi della canzone italiana che arrivano in paese per registrare nello studio di Gianni Gastaldo. «Abbiamo cucinato per Nilla Pizzi, Bobby Solo e Cristina D’Avena grazie all’amico Gastaldo – ricorda Sergio Camola, 64 anni – Devo ammettere che il nostro lavoro ci mancherà, ma non potevamo fare altrimenti. L’età avanza e, non avendo potuto cedere a nostro figlio, abbiamo preferito mettere in vendita. Un degno erede, però, non è stato trovato e di conseguenza abbassiamo la saracinesca». La cucina rimarrà aperta per l’ultima volta per l’imminente cenone di San Silvestro.

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Pubblicato da Umberto De Agostino

Giornalista (quotidiano La Provincia pavese, settimanale Informatore lomellino e dodici periodici comunali) e direttore dell'Ecomuseo del paesaggio lomellino. Già autore per Fratelli Frilli Editori (Il brigante e la mondina, La contessa nera, Manzoni e la spia austriaca).

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