«Il nostro risotto è apprezzato da quando mia madre Giuseppina lo cucinava per Nilla Pizzi al termine dei suoi concerti». Nel 2009 a Valle Lomellina Franco Marucchi ha inaugurato l’agriturismo “Il Cinema” di contrada della Valle in un luogo noto da più di mezzo secolo in paese e in Lomellina: il cinema Marucchi, che dal 1948 al 1975 funzionò come teatro di avanspettacolo, balera e cinematografo.

L’edificio che oggi ospita l’agriturismo, affiancato all’azienda agricola che produce e trasforma riso, fu costruito da Luigi Marucchi e Giuseppina Pagetti. «I miei genitori – ricorda Franco Marucchi – s’insediarono nell’area di proprietà dei marchesi Medici del Vascello, smantellando la vecchia ghiacciaia per la conservazione dei cibi, per costruire il cinema-teatro: nel 1948 il primo spettacolo si tenne sotto il cielo stellato perché il tetto non era terminato». Negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso a Valle Lomellina arrivano i più celebri nomi della musica italiana: da Nilla Pizzi, amante del risotto dei Marucchi, a Cinico Angelini, il direttore dell’orchestra Rai originario di Crescentino, al di là del Sesia, e di casa in Lomellina. «Una volta – ricorda Marucchi – con Angelini arrivò un giovane elettricista, il milanese Giorgio Guidi, che sarebbe diventato famoso con il nome di Johnny Dorelli. Erano gli anni d’oro del nostro cinema-teatro: qui da noi si esibirono Mina, che si faceva chiamare Baby Gate, e Adriano Celentano, che salì sui gabbioni del luna park imitando uno scimpanzé. Poi c’era Fred Buscaglione: mi ricordo che il 25 maggio 1959 arrivò in paese guidando una Cadillac rosa. Quella sera bevve diverse bottiglie di whisky: io, ancora un bambino, gli recuperai l’ultima disponibile in paese all’albergo Italia».

Oggi la famiglia Marucchi ripropone l’ex cinema nella duplice funzione di agriturismo, il cui piatto forte dell’agriturismo è il risotto con fagiolini dell’occhio e lugàniga, e di rassegna cinematografica dell’epoca con esposizione permanente delle strumentazioni cinematografiche: macchina per la proiezione, microfoni e impianti di amplificazione, bobine cinematografiche, pellicole e attrezzatura di riavvolgimento, poltroncine in velluto rosso a ribalta e locandine pubblicitarie dei film del cinema italiano e internazionale. «Questo è l’arredo che abbiamo voluto mantenere per consentire alle moderne generazioni di fare un tuffo nel passato attraverso il nostro piccolo Museo del cinema», spiegano Franco e il figlio Andrea Marucchi.
