Quando le diocesi si sovrappongono alle Province

Il duomo di Pavia

Quando le suddivisioni territoriali dello Stato italiano e della Chiesa cattolica non coincidono, succede che in una provincia come quella di Pavia possano convivere sette diocesi: Pavia, Vigevano, Tortona, Vercelli, Piacenza-Bobbio, Milano e Lodi. Fino a quattro anni fa c’era anche Novara, ma il 26 giugno 2016 le diocesi di Vigevano e di Novara si scambiarono rispettivamente le parrocchie di Sozzago e di Gravellona sovrapponendo così i confini ecclesiastici e amministrativi. La diocesi di Pavia coincide quasi interamente con il territorio del Pavese: le uniche eccezioni sono costituite da Casorate Primo e Siziano, parrocchie che fanno capo all’arcidiocesi di Milano, e di Miradolo Terme, nella diocesi di Lodi. A sua volta, la diocesi di Pavia ingloba Casarile e Binasco, due Comuni della Città metropolitana di Milano.

L’altra città in provincia di Pavia sede di diocesi è Vigevano, eretta nel 1530 da papa Clemente VII aggregando le parrocchie di Vigevano, Mortara e Gambolò e, nel 1535, l’abbazia di Santa Maria di Acqualunga, oggi sotto Frascarolo. Nel 1817 papa Pio VII ampliò notevolmente la diocesi di Vigevano assegnandole tutte le parrocchie della diocesi di Pavia sulla destra del Ticino e altre cinque che prima appartenevano alla diocesi di Novara: Gravellona (poi ritornata a Novara e oggi a Vigevano), Cassolo vecchio, Cassolo nuovo, Vignarello e Villanova. Della realtà geografica della Lomellina, però, non fanno parte sei parrocchie della zona nord-ovest: Robbio, Palestro, Confienza, Cozzo, Castelnovetto, Langosco e Candia, dipendenti dall’arcidiocesi di Vercelli. In quella zona solo la parrocchia di Rosasco rappresenta un’enclave appartenente a Vigevano.

La motivazione della spaccatura ecclesiastica è determinata dal corso del Sesia, fiume a carattere torrentizio che oggi entra nel Po fra Breme e di Sartirana ma che già in epoca romana aveva un corso molto diverso dall’attuale (nella foto, il corso del Sesia in un’immagine della Società storica vercellese). Secondo lo storico Goffredo Casalis, il fiume, dopo aver fiancheggiato Langosco, Candia e Breme, scorreva fra Sartirana e Torre Beretti, all’abbazia di Santa Maria di Acqualunga risaliva a nord verso Tortorolo, scendeva a Pieve del Cairo per poi gettarsi nel Po a Mezzana Bigli. Il corso del Sesia fu “tagliato” a Breme probabilmente nella prima metà del Duecento inglobando nella Lomellina vasti territori da Confienza a Breme, paesi in cui, ancora oggi, si parla un dialetto molto simile al monferrino e al vercellese. Un altro dettaglio legato al mutevole corso dei fiumi riguarda Mezzana Bigli, che fino a due secoli fa era nell’attuale Oltrepò, ma che fu “trasportato” in Lomellina da una piena del fiume. Oggi il capoluogo comunale Mezzana e la frazione Casoni Borroni sono nella diocesi di Tortona e la frazione Balossa Bigli in quella di Vigevano.

Infine, alla vasta diocesi di Tortona, che nella sua parte meridionale arriva fino in provincia di Genova, fa capo quasi l’intero Oltrepò Pavese. Le uniche parrocchie oltrepadane al di fuori di Tortona, in diocesi di Piacenza-Bobbio, sono Romagnese e Colli verdi (Ruino e Valverde) e parti dei Comuni di Menconico (le parrocchie di San Giorgio e San Pietro in Casasco), Val di Nizza (Sant’Albano) e Varzi (la parrocchia di San Colombano a Monteforte).

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Pubblicato da Umberto De Agostino

Giornalista (quotidiano La Provincia pavese, settimanale Informatore lomellino e dodici periodici comunali) e direttore dell'Ecomuseo del paesaggio lomellino. Già autore per Fratelli Frilli Editori (Il brigante e la mondina, La contessa nera, Manzoni e la spia austriaca).

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