Il teatro Besostri di Mede, 137 anni in una tesi di laurea

Dal melodramma alle operette, fino ai film e ai veglioni delle feste di leva. La storia del teatro Besostri di Mede è quella della cultura, della recitazione e della musica andata in scena a Mede negli ultimi 137 anni: una storia racchiusa nella tesi di laurea “Il Besostri di Mede. Vicende storiche e prospettive future di un teatro per la città”, discussa dalla 23enne Sara Bonetti, studentessa di Lettere moderne dell’Università di Pavia, con il relatore Fabrizio Fiaschini.

«La storia del Besostri – spiega la studentessa – è stata negli anni poco approfondita e talvolta trascurata: da qui il desiderio di approfondire questa istituzione, specchio della società cui appartiene e, in quanto tale, di cui rispecchia ideali e princìpi».

Il promotore della costruzione del teatro fu il conte Giuseppe Besostri, che mise a disposizione un terreno nell’attuale via Matteotti e che chiese il permesso al Comune di dare il via agli spettacoli teatrali la sera del 18 agosto 1883 con una serie di “rappresentazioni di opera e ballo”. L’età della Belle Époque, fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, coincide con il periodo aureo del teatro, che ancora oggi conserva alcune locandine dell’epoca: la più antica risale al 1894 ed è relativa a “Il profumo”, commedia in tre atti di Fontana rappresentata il 25 settembre 1894 dalla Drammatica Compagnia, diretta dal cavalier Piemontese. Curiosa la nota in calce, in cui il direttore sconsiglia alle «signorine» di assistere allo spettacolo in quanto «il frasario della commedia è un po’ licenzioso». Negli anni Trenta il teatro diventa anche cinematografo e nel 1954 viene restaurato in modo completo per volere di Carlo Besostri Grimaldi, fratello del fondatore Giuseppe. Gli anni Ottanta sono segnati da una sorta di sodalizio con il centro artistico-culturale “Giuseppe Amisani” fino alla chiusura, nel 1993. Dopo un lungo e acceso dibattito in città, il teatro riaprirà i battenti il 14 dicembre 2008.

Oggi il teatro Besostri sta vivendo momenti difficili: la proposta di Sara Bonetti è di «accentrare le attività culturali nel teatro facendo sì che la comunità partecipi anche alla produzione dell’offerta culturale e non solo alla sua fruizione».

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Pubblicato da Umberto De Agostino

Giornalista (quotidiano La Provincia pavese, settimanale Informatore lomellino e dodici periodici comunali) e direttore dell'Ecomuseo del paesaggio lomellino. Già autore per Fratelli Frilli Editori (Il brigante e la mondina, La contessa nera, Manzoni e la spia austriaca).

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