«Abia pietà ad nüm, lìberas dal mal». Dopo il greco delle origini, le successive traduzioni in latino e nelle varie lingue nazionali, ora il Vangelo viene spiegato ai fedeli anche in dialetto lomellino: “al Vangeli d’la duminca”. L’idea è venuta a don Paolo Ciccotti, dal settembre 2018 parroco di Cergnago e, dall’agosto scorso, amministratore della parrocchia di Olevano di Lomellina. Il mezzo utilizzato è la diretta su Facebook, strumento molto sfruttato dai sacerdoti da un anno a questa parte, da quando cioè la pandemia ha prima bloccato e poi ridotto le funzioni religiose nelle chiese.
Da qualche mese il 47enne don Ciccotti commenta la Parola di Dio parlando durante la guida in automobile: una diretta della durata media di circa due minuti, molto apprezzata dai fedeli. Poi, domenica 31 gennaio, la prima sperimentazione del commento sdoppiato: dall’automobile in italiano e nel suo studio in dialetto. «Ho preso alla lettera papa Francesco – spiega don Ciccotti, che da otto anni è anche esorcista della diocesi di Vigevano – che, il 30 gennaio, parlando della catechesi aveva spiegato che la fede va trasmessa “in dialetto”. «Con il dialetto – aveva detto il Sommo pontefice – non mi riferisco a quello linguistico, di cui l’Italia è tanto ricca, no, al dialetto della vicinanza, al dialetto che possa capire, al dialetto dell’intimità. A me tocca tanto quel passo dei Maccabei, dei sette fratelli, in cui per due o tre volte si dice che la mamma li sosteneva parlando loro in dialetto, cioè “nella lingua dei padri”. È importante: la vera fede va trasmessa in dialetto. I catechisti devono imparare a trasmetterla in dialetto, cioè quella lingua che viene dal cuore, che è nata, che è proprio la più familiare, la più vicina a tutti. Se non c’è il dialetto, la fede non è trasmessa totalmente e bene». Però don Ciccotti ha preso papa Francesco alla lettera e domenica 7 febbraio ha registrato la seconda diretta in vernacolo. «Ho proseguito – chiarisce il parroco – nell’utilizzo del vernacolo di Sairano, la frazione di Zinasco in cui sono cresciuto: ho riflettuto sul fatto che la nostra “lingua dei padri” viene parlata sempre meno e oggi fiorisce solamente grazie alle compagnie teatrali dialettali. Io tento di spiegare il Vangelo utilizzando una forma di linguaggio che non è molto malleabile: il dialetto non usa molti avverbi, va subito al sodo come la gente contadina della nostra Lomellina. I termini sono diretti e, in un certo senso, esprimono sincerità e schiettezza». Le sfumature fra il dialetto di Sairano, influenzato da quello di Pavia, e quelli di Cergnago e di Olevano, paesi della Lomellina centrale, non mancano, ma le parole di don Ciccotti non fanno fatica a essere comprese.
Entusiastici i commenti dei parrocchiani e degli amici, che non esitano a cliccare “mi piace” sui commenti evangelici. Roberta vuole «trasferirsi a Cergnago» e un’altra Roberta vorrebbe inviare il video a papa Francesco «per vedere la sua faccia». «Per me che sono lontana dalla Lomellina – scrive Manuela – sentire spiegare il Vangelo in dialetto è stato un regalo bellissimo: mi ha fatto fare un passo nel passato». «Bellissimo, don Paolo, anche per me che sono pugliese», scrive Maria.
Don Ciccotti è stato ordinato sacerdote nel 1999: ha servito nelle parrocchie di Gambolò, San Giuseppe di Vigevano, Mezzana Corti, Borgo San Siro, Cava Manara e Torre de’ Torti. Nel 2008 si è laureato in Teologia morale alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.