«Io e il mio amico Raoul Casadei»

La scomparsa di Raoul Casadei è ricordata da Mira Torriani, la regina del liscio lomellino che non calca il palcoscenico dal 2011, dopo più di quarant’anni davanti a un microfono. «Incontravo Raoul – dice la 65enne ex cantante, che da alcuni anni vive in un paese del Monferrato – soprattutto negli autogrill, quando entrambi finivamo le serate: lavoravamo molto in tutto il Nord Italia e oltre. Ci parlavamo bevendo un caffè o un cappuccino e ridendo alle barzellette del suo sassofonista Fiorenzo Tassinari. Non abbiamo mai suonato insieme, ma capitava che un locale avesse ospitato una sera l’orchestra di Casadei e la sera dopo quella guidata da me». Erano gli inizi degli anni Settanta, quando Casadei e Mira Torriani si esibivano, fra l’altro, nei locali del Varesotto. «Raoul era una persona molto alla mano – conclude l’ex regina del liscio – Ci scambiavamo anche domande di lavoro sul tale musicista o sulla tale balera».

Mira Torriani all’apice della carriera musicale

Questa l’intervista uscita su “La Provincia pavese” il 12 luglio 2007

Dagli esordi con Rosalino Cellamare, il futuro Ron, all’amicizia con il re del liscio romagnolo, Raoul Casadei: in mezzo, migliaia di serate a suonare valzer, polke e mazurke. Mira Torriani, 51 anni, è la regina del liscio lomellino: sabato sera si esibirà a Valeggio, per la rassegna “E… state insieme a noi”. Un ritorno in Lomellina a distanza di un anno, dopo la serata di Cilavegna dell’estate scorsa. Da più di vent’anni ‘la Mira”, com’è amichevolmente chiamata nella sua Lomellina, diffonde la musica del sole nell’Italia nord-occidentale: serate a catena soprattutto in Liguria e in Piemonte, oltre che nella terra delle risaie.

Sabato sera canterà a Valeggio: che effetto le fa tornare in Lomellina?

«Io mi emoziono sempre quanto canto nella mia terra. A Valeggio ho molti amici, cosi come in altri paesi della zona, a cominciare da Dorno, dove ho abitato fino a pochi anni fa quando mi sono trasferita a Gropello Cairoli, e da Gambolò, dove sono nata alla frazione Garbana».

La sua carriera è iniziata praticamente mezzo secolo fa: lei, infatti, è stata una cantante in erba.

«È vero. Erano i primi anni Sessanta: andavo a lezione di canto a Garlasco, dalla maestra Adele Bartoli. Qui ho incontrato Rosalino Cellamare, quasi coetaneo. Siamo diventati subito amici: la maestra Adele ci iscriveva ai concorsi organizzati in varie parti della Lombardia e del Piemonte. Ne abbiamo vinti diversi: eravamo bravi».

Poi che cosa successe?

«Io e Rosalino abbiamo deciso di esibirsi da soli nel duo ‘Golden beat”: era il periodo, appunto, del ‘beat”, che impazzava a metà degli anni Sessanta. Facevamo serate in posti diversi: poi, a dieci anni, diventai la voce del gruppo “Mira e i K5 di Franco”. Ero ancora una bambina e i miei genitori mi affidarono alla tutela di Franco Fasce, un musicista di San Giorgio che oggi abita a Vigevano».

Che ricordi ha di quel periodo?

«Franco era un amico di famiglia quindi io potevo esibirmi nei fine settimana in vari locali del Comasco e del Varesotto, oltre che della Lomellina. Era entusiasmante lavorare con Franco, che era un ottimo batterista: all’epoca eravamo l’unica orchestra della Lomellina ad avere un simile successo».

Per quanto tempo durò questa esperienza?

«Per qualche anno. Poi iniziai a cantare nell’orchestra “Padana folk” e, dal 1972, diventai la voce dell’orchestra del mortarese Vero Mambrini. Anche in questo caso è stata un’esperienza lusinghiera».

Ormai il nome di Mira Torriani, cantante di liscio nemmeno ventenne, si stava diffondendo sempre più: qual è stato il passo successivo?

«Nel 1978 fondai il gruppo “Mira e i Cadetti di Guascogna”, che si esibiva davvero in tutta Italia. Giravamo le regioni in un’epoca in cui il liscio si andava diffondendo in migliaia di balere e di locali. Poi, due anni dopo, decisi di guidare un gruppo che portava il mio nome, quello con cui mi esibisco ancora oggi. La composizione è cambiata: gli elementi sono scesi dagli otto iniziali ai cinque attuali».

Insomma, il liscio è una musica e un ballo per tutte le stagioni.

«Direi che non tramonterà mai. Lo noto ancora oggi: quando una fisarmonica inizia a suonare, le piste da ballo si riempiono. La nostra orchestra propone tutte le volte una serie di valzer, polke e mazurke sempre accolte molto calorosamente dal nostro pubblico».

Come sono i suoi rapporti con Raoul Casadei?

«È un amico, anche se ci incontriamo molto poco. Sotto l’aspetto tecnico, direi che la nostra musica è differente: la fisarmonica prevale sugli altri strumenti».

Ron è riuscito a sfondare. A lei che è successo?

«Non ho voluto scendere a compromessi. Mi è capitata la proposta che mi avrebbe garantito il successo, ma non era come dicevo io. Oggi sono contenta di essere amata dai miei numerosi fan, che mi seguono in Lombardia, Piemonte e Liguria».

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Pubblicato da Umberto De Agostino

Giornalista (quotidiano La Provincia pavese, settimanale Informatore lomellino e dodici periodici comunali) e direttore dell'Ecomuseo del paesaggio lomellino. Già autore per Fratelli Frilli Editori (Il brigante e la mondina, La contessa nera, Manzoni e la spia austriaca).

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