Vent’anni fa a Sartirana Lomellina abitavano 1.900 persone, scese a 1.760 nel 2011: oggi sono 1.460. A questo drastico calo demografico oggi vuole far fronte l’associazione culturale senza scopo di lucro “Cuore argentino”, nata sette anni fa per la promozione della cultura argentina in Italia. L’obiettivo più recente è il ripopolamento di Sartirana e di altri paesi lomellini: un viaggio a ritroso rispetto a quello compiuto fra Otto e Novecento da migliaia di lomellini.
«Pensiamo al trasferimento di famiglie argentine in Italia – spiegano il presidente Alejandro Antonio Librace e la rappresentante sartiranese Gabriela Corigliano – In questi anni siamo stati chiamati in causa da molti cittadini argentini o italo-argentini desiderosi di venire a vivere in Italia: così abbiamo elaborato il progetto di mediazione interculturale “I nòs gènt”, presentato al Comune di Sartirana».
E tre famiglie sembrano già disposte nel prossimo settembre a partire da Buenos Aires e a trasferirsi a Sartirana. Il vincolo emotivo fra i nipoti e i pronipoti degli emigrati nelle pampas e i parenti rimasti a Sartirana e in Lomellina è molto forte. Negli ultimi anni “Cuore argentino” ha organizzato numerosi eventi culturali, sportivi e gastronomici animati da molti italo-argentini, fra cui la stessa Corigliano. «Il nostro progetto – chiarisce – è rivolto in prima battuta ai discendenti degli emigrati sartiranesi, ma anche a quelli dell’intera Italia: contiamo di realizzare seminari virtuali per incontrare e selezionare le famiglie candidate, e garantiamo assistenza per la richiesta della residenza e della cittadinanza, per l’iscrizione al servizio sanitario e, per i bambini, alle scuole. Poi c’è la ricerca di un’abitazione a Sartirana e di un lavoro dipendente o autonomo, oltre ai corsi di lingua e di cultura italiana, e al supporto psicologico per i nuovi arrivati». Al momento l’associazione ha chiesto al Comune l’affissione di manifesti informativi in modo da acquisire dati circa eventuali immobili da affittare o da acquistare.
«Abbiamo accettato l’idea di “Cuore argentino” – spiega il sindaco Pietro Ghiselli – ma le pratiche burocratiche internazionali non sono semplici: motivo per cui abbiamo chiesto a Gabriela di partire con un numero ridotto di famiglie e in cui ci siano preferibilmente bambini da inserire nelle nostre scuole».