Finalmente il Museo della lingua italiana!

Come altre lingue del mondo, circa 65, anche l’italiano – grande lingua di cultura internazionale – avrà un suo museo. Museo della lingua italiana, quindi, si chiama l’istituzione che prenderà vita, sotto l’egida del ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo (MiBact), attraverso i lavori della commissione nazionale che riunisce gliContinua a leggere “Finalmente il Museo della lingua italiana!”

«Ma perché non lo dici in italiano?»

Sono 3.500 parole, anzi anglicismi, che usiamo normalmente in un discorso in italiano. Li ha messi assieme un italianista “eterogeno”, Antonio Zoppetti, che, dai tempi pionieristici degli ipertesti continua a indagare l’evoluzione e le implicazioni della lingua italiana. Sempre un po’ di traverso rispetto al “mainstream” (non mi perdonerebbe mai la parola), ma sempre inContinua a leggere “«Ma perché non lo dici in italiano?»”

L’italiano usato in Vaticano

Da postulatore della causa di beatificazione di Teresio Olivelli a italianista. Il mortarese monsignor Paolo Rizzi, che in Vaticano è “officiale” (funzionario) della Segreteria di Stato di Sua Santità, ha partecipato agli Stati generali della lingua italiana con un intervento sull’italiano usato oggi nella Curia romana.

La lingua italiana come un museo

Esce martedì 30 ottobre per Mondadori Il museo della lingua italiana, il nuovo libro in cui Giuseppe Antonelli immagina un’esposizione ideale dedicata al nostro idioma I dialetti sono morti (e anche io non mi sento molto bene, direbbe Woody Allen), la lingua italiana è colonizzata dall’inglese, il congiuntivo è al tramonto. Per non dire delContinua a leggere “La lingua italiana come un museo”

«Non capite il dialetto laghéé. E invece l’inglese?»

In un’intervista del 2005, uscita su La Provincia pavese, Davide Bernasconi, alias Van De Sfroos, spiega con poche parole perché gli italiani adorano le canzoni in inglese e storcono il naso di fronte ai testi in dialetto.

Ciao compie (solo) 200 anni: è la parola italiana più celebre dopo pizza

«Ciao ciao bambina». Nel 1959 Domenico Modugno vinse a Sanremo con Johnny Dorelli cantando Piove. In realtà quella canzone resterà nella memoria per il ritornello: «Ciao ciao bambina», che presto si diffonderà all’estero nella trascrizione inglese «Chiow Chiow Bambeena», in quella tedesca «Tschau Tschau Bambina», in quella spagnola «Chao chao bambina». Dalida la cantò nellaContinua a leggere “Ciao compie (solo) 200 anni: è la parola italiana più celebre dopo pizza”

Ora anche la “lingua di genere”?

Gentili lettrici e lettori, questo articolo vuole portare alla vostra conoscenza il problema numero uno della scuola italiana: quello del linguaggio di genere nel linguaggio amministrativo. Come dite? Decidere se si deve dire il preside o la preside non è la principale emergenza della scuola italiana? Lo sarebbero, invece, il precariato, la fatiscenza degli istituti,Continua a leggere “Ora anche la “lingua di genere”?”