«Mortara città ferita, restituiteci la reliquia»

«Mortara è una città ferita: chiedo ai ladri di ripensarci e di restituire la reliquia all’abbazia di Santa Croce». Il sindaco Marco Facchinotti si fa interprete dello sconcerto suscitato in città dal furto della scheggia di legno della Vera Croce su cui morì Gesù Cristo, che era conservata in una teca di vetro nell’altare maggiore dell’abbazia. «Siamo sbigottiti – aggiunge il sindaco Facchinotti – Spero che si sia trattato solo di una bravata: se così fosse, a maggior ragione mi rivolgo agli autori di questo gesto invitandoli a restituire la santa reliquia, presente a Mortara da più di un millennio. Faccio affidamento anche sui carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Monza: spero che, in un modo o nell’altro, la scheggia della Vera Croce ritorni al suo posto».

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Le contrade al primo Palio della Santa Croce, il 5 maggio 2019

Nel maggio scorso, in occasione della festa patronale di Mortara, la reliquia era stata al centro del primo Palio della Santa Croce disputato dalle sette contrade che a settembre danno vita al più celebre Palio dell’oca. «Da secoli – spiega Andrea Pelli, ex presidente e oggi consigliere della contrada La Torre – Mortara dimostra una solidissima devozione popolare verso la reliquia di Santa Croce: al termine della messa per il Palio di maggio, la teca con la santa reliquia era stata mostrata per la benedizione ai contradaioli, che poi si erano messi in fila per baciarla». I fedeli che frequentano l’abbazia di Santa Croce sperano in un ravvedimento dei ladri e citano don Giovanni Zorzoli, l’esorcista diocesano che praticava la sua attività proprio nell’abbazia mortarese. «Gli avevano rubato un breviario della messa e poi glielo avevano restituito – spiega una fedele – Spero che succeda così anche oggi per un oggetto sacro molto più importante del breviario». La diocesi di Vigevano parla per bocca di monsignor Emilio Pastormerlo. «Questi furti – dice il portavoce del vescovo – sono un grave problema dei nostri tempi, un problema di natura culturale perché va a colpire l’affetto devozionale di tanti fedeli. Spero che si sia trattato solo di un dispetto. Da parte nostra, possiamo suggerire alle singole parrocchie di tutelare questi oggetti sacri, di indubbio valore, con un sistema di antifurto che faccia da deterrente contro queste azioni sconsiderate».

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L’abbazia di Santa Croce

La teca con la reliquia di legno era stata trafugata una decina di giorni fa, ma il parroco don Gianluigi Repossi ne ha dato notizia dal pulpito solo domenica scorsa, al termine della messa. «Abbiamo già celebrato tre messe di riparazione, durante la settimana scorsa – ha ammesso il sacerdote di fronte ai fedeli – In ogni caso, l’abbazia possiede un’altra reliquia della Santa Croce, reliquia che si trova da sempre in un luogo segreto».

Secondo la leggenda locale, le due reliquie sarebbero conservate a Mortara da più di un millennio, da quando cioè la prima abbazia dell’Ordine Mortariense fu costruita fuori le mura, nell’area dell’attuale stazione ferroviaria: nel 1573 fu trasportata entro le mura, dove si trova oggi fra via Roma, piazza Urbano II e corso Garibaldi.

Pubblicato da Umberto De Agostino

Giornalista (quotidiano La Provincia pavese, settimanale Informatore lomellino e dodici periodici comunali) e direttore dell'Ecomuseo del paesaggio lomellino. Già autore per Fratelli Frilli Editori (Il brigante e la mondina, La contessa nera, Manzoni e la spia austriaca).

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