Fausto Leali ritorna in Lomellina

Da “A chi” del 1967 a “Deborah” e “Angeli negri” dell’anno successivo fino a “Io camminerò” (1976), “Io amo” (1987), “Mi manchi” (1988) e “Ti lascerò”, con cui nel 1989 vinse Sanremo a fianco di Anna Oxa. Sabato 20 luglio, alle 21.30, Fausto Leali riproporrà a Olevano di Lomellina i grandi successi della sua cinquantennale carriera in piazza della Libertà, alla rassegna “Anguriando”. «Ma nel repertorio inserirò anche i duetti con i grandi colleghi che compongono “Non solo Leali”, il mio ultimo lavoro discografico uscito nel 2016», anticipa il cantante bresciano. A sette anni dall’uscita dell’ultimo disco “Una piccola parte di te”, nel 2016 Leali tornò con un album in studio per una serie di duetti sulle note di canzoni non necessariamente tratte dal suo repertorio. «L’album era stato anticipato dal singolo “A chi mi dice”, un duetto con Mina sulla versione in lingua italiana di “Breathe Easy” dei Blue, con testo di Tiziano Ferro – spiega ancora Leali – Tutte le altre canzoni sono eseguite in coppia con artisti maschili: Francesco De Gregori in “Sempre e per sempre”, Alex Britti in “Lo zingaro felice”, Umberto Tozzi in “Vita”, canzone di Lucio Dalla e Gianni Morandi, Renzo Arbore in “Crazy”, Enrico Ruggeri in “Gianna” di Rino Gaetano, Tony Hadley, leader degli Spandau Ballet, in “Quando ami una donna, cover di “When a man loves a woman” incisa nel 1966 da Percy Sledge, Clementino in “Vierno”, classico napoletano che avevo portato al successo nel 1975, Massimo Ranieri in “Io che non vivo” di Pino Donaggio, e Claudio Baglioni in “Solo lei”, che incisi negli anni Settanta».

Leali si fece conoscere nei primi anni Sessanta proprio dalle parti della Lomellina. Con chi suonava? «Avevo inciso il primo 45 giri nel 1961, a soli 17 anni, per una rivista di enigmistica che allegava un 45 giri al giornale. Poi ho incontrato un complesso di Alessandria, “Novelty”. Siamo riusciti a ottenere un contratto per la Music nel 1962 e a incidere i primi 45 giri, tra cui due cover dei Beatles, “Please please me” e “Lei ti ama”, cioè “She loves you”».

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I Novelty con i Beatles, durante il tour italiano del 1965 (dal sito http://www.faustoleali.com)

Chi era il suo chitarrista di allora? «Era proprio un lomellino, Piero Braggi, alla chitarra elettrica. Ricordo che veniva da Candia Lomellina. Gli altri erano comunque delle vostre parti: due erano di Alessandria e altri due di Casale Monferrato. Sono stati con me fino alla metà degli anni Sessanta. I nostri brani s’inserivano nel filone beat e la maggior parte è stata compresa nel mio secondo album, “Fausto Leali e i suoi Novelty”, pubblicato nel 1966».

Poi nel 1967 ottenne il primo successo personale con “A chi”. «Fu il mio primo cavallo di battaglia, era la versione italiana di una canzone americana, “Hurt” – spiega – Reduce da quel grande successo, partecipai al Festival di Sanremo del 1968 con “Deborah”, pezzo composto da Vito Pallavicini, Pino Massara, Paolo e Giorgio Conte: arrivai quarto». Leali cantò in coppia con Wilson Pickett, artista di fama internazionale. «Fece da padrino alla mia primogenita Deborah, proprio come la protagonista della canzone», ricorda oggi Leali. Grande amicizia anche il vigevanese Pallavicini: «Veniva spesso a casa mia».

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Leali con Wilson Pickett (dal sito http://www.faustoleali.com)

Anguriando inizierà venerdì 19 luglio, alle 21.30, con Anthony Baker (ingresso libero e grigliata mista dalle 19.30) e chiuderà domenica 21 luglio con i Dik Dik, introdotti dal gruppo “The Olds”, con musica degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta (cena dalle 19.30). Info: 328.5688373.

Pubblicato da Umberto De Agostino

Giornalista (quotidiano La Provincia pavese, settimanale Informatore lomellino e dodici periodici comunali) e direttore dell'Ecomuseo del paesaggio lomellino. Già autore per Fratelli Frilli Editori (Il brigante e la mondina, La contessa nera, Manzoni e la spia austriaca).

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